Ed arriva anche il diario del 2012. Questa volta abbiamo scelto la costa della Francia sulla Manica: da Cognac fino a Dunkirk, con qualche digressione.

1 - 28 Giugno 2012

Quest'anno c'è una grande novità: abbiamo deciso di portare in viaggio con noi anche Newton, il nostro pastore belga a macchie di 9 mesi. Far stare nella Golf (che già era congestionata al punto di esplosione negli anni precedenti) anche il cane e le sue cose (ciotole, cibo, ...) sembrava impossibile, ma alla fine ottimizzando gli spazi la differenza non è stata poi così evidente - a parte i peli persi qua e là. Chiaramente la destinazione doveva essere raggiungibile in auto ed il più dog-friendly possibile, e la Francia del Nord sembrava fare al caso nostro. Peraltro, né io né Sabry ci eravamo mai stati ed a me aveva sempre ispirato far un giretto da quelle parti.

Come è sempre è stato un lungo primo giorno, con 1400 Km di guida attraverso Torino, Frejus, Lyon e St. Etienne, per arrivare infine a Cognac poco prima delle 22 (cioè un soffio prima della chiusura della reception dell'hotel...). Molto apprezzato è stato il pranzo, in un autogrill tra Grenoble e Lyon, con un hamburger al pesto per me ed un filetto per Sabry: carne davvero di primissimo livello, insolita quanto basta per un autogrill. A Cognac abbiamo fatto due foto serali inframezzate dalla cena in un bistrot, ma eravamo tutti davvero troppo stanchi ed abbiamo optato per andare a dormire poco dopo (verso l'una, comunque).

2 - 29 Giugno 2012

L'Hotel Cheval Blanc (€ 65 per la camera coppia, che in realtà era tripla) offriva un buon rapporto qualità/prezzo: la camera era anonima (ma affacciata su un cortiletto carino!), il bagno piccolo, ma l'hotel era ben tenuto, la posizione centralissima ed il prezzo buono... insomma l'ideale per una notte.

Un pain au chocolat con un caffè in una pasticceria del centro mi ha messo subito di buon umore, tanto che mi era venuta voglia di visitare una distilleria di cognac mentre Sabry e Newton passeggiavano per la cittadina. C'era solo l'imbarazzo della scelta, ma in definitiva tutti i tour richiedevano almeno un'ora e non mi andava di far aspettare troppo i miei tesori; mi sono dunque limitato ad acquistare un bottiglia di Otard invecchiato per i genitori di Sabry, presso l'omonima distilleria.

Dopo un'opportuna spesa in vista del campeggio abbiamo dovuto cercare un tappettino per la Golf: avevo infatti dimenticato a casa proprio quel del guidatore (l'avevo tolto per ripararlo). Con € 15 ho comunque acquistato un "set base" di tappettino che faranno la loro parte quantomeno per tutta la vacanza.

Senza ulteriori indugi siamo saliti all'Ile de Ré, isoletta con ponte (pedaggio € 16) davvero magnifica, nonché piena di spiagge. Inizialmente ci siamo persi nei pittoreschi paesini di case bianche con imposte verdi: sembra che le vie vengano ridisposte appena ci passi in auto, e trovare la strada è davvero un'impresa. Abbiamo visitato la parte ovest dell'isola, il "Faro delle Balene", dove ci sono curiose onde "di 2 mari" che si scontrano (tipo a Skagen in Danimarca, ma il fenomeno qui è meno marcato). Io sono anche salito sul faro (57 metri di dislivello faticosi il giusto, ed € 4) per una vista strepitosa sull'intera isola.

Il clima, fino a quel momento afoso e caldo ma nuvoloso, volgeva al sereno, quindi abbiamo portato Newton in spiaggia dopo aver piantato la tenda al Camping l'Océan a La Couarde Sur Mer (€ 20 tenda + auto, 2 persone + cane + elettricità), proprio fronte mare (basta attraversare la strada). Abbiamo tirato la pallina a Newton, che ha molto corso ed ha anche scavato una buca enorme - direi che si è divertito alquanto. Osservare le persone praticare kite surf era peraltro molto rilassante. Tornati al campeggio abbiamo lavato Newton sulle apposite docce, e poi Sabry - come al solito - si è cimentata sui tapperi elastici... stavolta assieme a 2 ragazze del posto, a occhio le figlie del gestore del camping.

E ta-dah!!! Il primo super liofilizzato del viaggio, un risotto ai funghi accompagnato da una blanche di microbirreria dell'Ile de Ré trovata contro ogni aspettativa nel mitico minimarket del campeggio. E ovviamente croccantini e riso soffiato per Newton. Due ultimi passi e poi tutti e 3 in tenda per la notte.

Fin'ora la gente di questa zona mi è sembrata alquanto disponibile e anche "vogliosa" di parlare in inglese (io comunque cerco di sforzarmi di dire quanto riesco in francese, anche se è poco): continuo a vedere l'antipatia che molti italiani provano verso i francesi poco sensata poiché - anche se nessuna delle due parti lo vuole ammettere - siamo popoli davvero molto simili (e forse è questo il problema).

3 - 30 Giugno 2012

La prima vera notte di Newton in tenda è stata un discreto successo... per lo più se ne sta nel suo angolino e dorme. Risveglio con tenda perfettamente asciutta, colazione sul posto e via verso St. Martin de Re, la "capitale" dell'isola: pittoresca e con dei bei bastioni, vale un giretto.

Ci siamo poi spostati, ma non di molto, fino a La Rochelle. Sabry è anche salita sulla torre di St. Nicolas mentre io badavo a Newton (un monumento a testa, suvvia!). Abbiamo poi trovato le prime crepes (salate) di grano saraceno (adatte in teoria dunque anche ai celiaci, ma è meglio verificare che non contengano anche frumento): sono molto buone poiché sembrano crepes integrali, davvero deliziose.

Il pomeriggio ci ha portati a Nantes, dove trovare l'hotel è stata un po' un'avventura: sapevamo solo indicativamente dove si trovasse, così abbiamo iniziato a cercarlo un po' a casaccio (in una città di 300 mila abitanti); dopo alcuni giri ci siamo ritrovati non so come in una strada riservata agli utobus, con tanto di bus dietro che ci suonava ripetutamente il clacson; tagliando pericolosamente prima per una pista ciclabile e poi attraverso un marciapede siamo rientrati in una strada che potevamo legalmente percorrere. Abbiamo fermato 2 ragazze per chiedere dove si trovasse l'hotel Belfort e ce l'hanno indicato direttamente: era a meno di 50 metri di distanza e - beffa finale - c'eravamo già passati davanti 2 volte! In compenso l'albergo (€ 63/notte) per la camera doppia, cane incluso) era bello e sembrava recentemente rinnovato per quanto riguarda le camera.

Un giretto perlustrativo di Nantes me l'ha fatta alquanto apprezzare: è molto "metropolitana", e l'enorme centro è pieno di vita (OK, era anche sabato...). Dopo un po' di visita ci siamo fermati ad aperitivi a base di sidro, per poi cenare al "Les Moules de Buffay". Questo posto è decisamente raccomandabile, poiché si mangiano cozze deliziose con varie salse, a prezzi decisamente ragionevoli. Ben diverso è stato il digestivo in un bar "cubano", dove ho ordinato una misteriosa birra "del ché": è arrivata una cosa che sembrava un misto tra una birra ed uno scivolo (fragola-lemon per chi non è del Nordest Italia)... una vera schifezza! In ogni caso le viuzze di Buffay, il quartiere medievale, sono l'ideale per cibo e "gotti" fino a tarda ora.

4 - 1 Luglio 2012

Pare che nella notte io mi sia alzato ed abbia tirato Newton per il collare mormorando strane frasi; o, almeno, Sabry così dice. Probabilmente ero sonnambulo, anche se in realtà non mi capita molto spesso (forse è stata colpa della pessima birra della sera precedente). Abbiamo tentato di fare colazione in una creperie, ma aprivano tutte alle 11 la domenica. Quindi, dopo una breve spesa, siamo partita per la Bretagna (di cui Nantes non fa più parte per via di vecchie decisioni politiche).

La giornata era di quelle che piacciono a me, e molto: a caccia di monumenti megalitici... Prima c'è stato un antipasto con un dolmen a Locmariaquer, poi siamo andati a Carnac. Qui ci sono "Les Alignements", migliaia di standing stone enormi allineate in file parallele: non se ne sa il motivo e soprattutto non si sa come sia stato possibile spostare pietre così pesanti prima della scoperta della ruota. È un sito assolutamente da non perdere, e nell'area ci sono decine di altri siti più piccoli ma sempre ricchi di dolmen, cumuli, ... ce n'è di che "perdere" giorni e giorni. C'era un dolmen persino dove abbiamo fatto il pic-nic!

Trovare un campeggio è stata un po' una sofferenza, poiché molte spiagge della penisola di Quiberon non ammettevano i cani, e quindi i camping ad esse adiacenti non ci andavano bene visto che Newton aveva bisogno di correre un po' in spiaggia. Alla fine abbiamo trovato il Camping de l'Ocean, a Portivy (€ 22 tenda+auto+corrente+cane), che è tranquillo e ben fatto; inoltre, si trova a 2 passi da una spiaggia sull'Oceano dove i cani sono ammessi. Dopo un po' di relax in detta spiaggia (gran sole e caldo, ma dopo le 18.30 il freddo iniziava a farsi sentire) siamo passati alla cena. Questa volta è stato il turno della pasta, in cui però avevo messo un po' troppa acqua. Dal lato positivo, abbiamo gustato del ottimi sidri bretoni "brut", acquistati al mattino a Nantes.

Durante la semifinale degli Europei di calcio (Italia-Spagna) abbiamo camminato un po' per Portivy in modo da digerire meglio. Dopo la splendida giornata, il cielo si stava rannuvolando, il vendo intensificando e la temperatura calando...

5 - 2 Luglio 2012

Come da pronostico, il forte vento ha portato la pioggia, la quale ha iniziato a casere leggera verso le 7 del mattino. abbiamo scaldato un po' di latte nell'abside della tenda e fatto colazione all'interno (davvero molto piacevole, sentendo il suono della pioggia sul telo), prima di chiudere Newton in macchina ed iniziare a sistemare il tutto. La tettoria di un vicino bungalow vuoto ci ha enormemente aiutati, vista la pioggia. Per quanto riguarda Newton, devo dire che in tenda è davvero bravo: in pratica dorme nel suo angolino, girandosi ogni tanto e non procurando alcun fastidio.

La prima tappa della giornata è stata Pont-Aven, grazioso paese da sempre meta di artisti francesi, con ben 60 gallerie d'arte: tanto per non sbagliare non ne abbiamo visitata nemmeno una ci siamo limitati all'acquisto di deliziosi biscotti bretoni. Prima di arrivare a Pont-Aven c'è stato in realtà il tempo per visitare (poiché si trovavano proprio sulla strada) ancora un po' dio megaliti allineati - che non mi stancherò mai di guardare ed apprezzare. Verso ora ti pranzo siamo arrivati a Concarneau, che ha un centro storico fortificato su un'isola davvero pittoresco, ovviamente pieno dei soliti ristoranti e negozi di souvenir: merita decisamente un giro.

Vista la giornata di pioggia (e la tenda ancora bagnata) abbiamo ovviamente deciso di non campeggiare, ma di dormire a Quimper: l'Hotel de la Gare non accettava cani, allora ci siamo rivolti all'adiacente Mercure (€ 91 per doppia superior + € 13 per il cane, un supplemento esagerato). Si trattava comunque di un bell'albergo, tra l'altro vicino al centro. Un giretto per Quimper ci ha mostrato una città interessante, piena di case storte a graticcio che ho volentieri fotografato prima di passare ad un aperitivo a base di sidro e birre locali.

Per la cena... beh... crepes! La creperie An Diskuiz portava il logo "segnalato da Lonely Planet" (un tempo LP non si abbassava a fornire adesivi, ma tutto cambia). Il posto era comunque delizioso e le crepes eccezionali: ne abbiamo prese 2 a testa - ovviamente di grano saraceno.

Una nota sulla benzina (diesel, in realtà), che si trova a circa 1,3-1,4 €/l, un buon affare rispetto a € 1,65 dell'Italia).

6 - 3 Luglio 2012

Risveglio a Quimper e ancora pioggia, ma speravamo nelle previsioni meteo che prevedevano un miglioramento in giornata.

Sabry aveva trovato, la sera prima nella hall dell'hotel, un depliant di una distilleria di brandy di mele visitabile. Ci siamo così diretti alla Distillerie du Plessis, dove una (bellissima) ragazza ci ha guidati in un interessante tour gratuito (in inglese) della distilleria e del piccolo museo annesso (da non perdere i vecchi alambicchi "portatili"); gratuita era anche la degustazione dei vari spiriti. Ce n'erano una ventina, ma ne abbiamo provati "solo" 4: eccezionale la crema (tipo Bailey's ma decisamente meno nauseabonda); ottimo anche il brandy, e c'era anche un rinfrescante e insospettabilmente gradevole distillato di alghe. Passati all'adiacente "sidreria" (stessa gestione), un simpatico ragazzo ci ha portati in giro per la struttura spiegandoci (in francese) tutto il processo produttivo. Ovviamente alla fine erano previste delle degustazioni (sempre gratuite) di sidri davvero buoni; alla fine abbiamo acquistato qualche bottiglia (ottime da bere la sera in campeggio).

Terminate le piacevoli visite, abbiamo percorso un po' della spettacolare costa della Cornuaille in auto (purtroppo il clima non invogliava molto a passeggiare a piedi) fino a Morgat, ovviamente dopo un pic-nic che finalmente comportava una baguette per me. Qui, lasciando Newton in auto, abbiamo fatto un tour di 45 minuti in barca (€ 12/persona) visitando alcune grotte in arenaria ed altri minerali: interessante, anche se la pioggia nella seconda parte del tour dava un po' fastidio.

Visto che, contrariamente alle previsioni, il tempo atmosferico non accennava a migliorare, ci siamo spostati a Brest per cercare un alloggio per la notte. Dopo 3 tentativi a vuoto (hotel pieni), abbiamo trovato posto all'Ibis (€ 78/notte + € 5 per Newton), sistemazione centralissima, spartana ma accettabile. Le camere erano piccole ma ben tenute, e c'erano vari servizi carini per un 3 stesse (come il ristorante 24h/24, che comunque non abbiamo utilizzato).

Brest è senz'altro una città grigia (con la pioggia poi...) fatta di palazzoni del dopoguerra, ma ha i suoi lati positivi: sta cercando di rinnovarsi, sistemando il centro (il vialone principale era stato di recente ristrutturato, con tanto di nuova linea tram, appena una settimana prima del nostro arrivo) e valorizzando l'enorme porto; vi sono inoltre decine di locali e ristoranti deliziosi, si vede che è una città che "vive".

Abbiamo cenato a Le Saint Ex, un locale molto accogliente proprio di fronte all'hotel: cozze e pesce ben fatti e ben presentati, pagando il giusto o poco di più (le cozze erano deliziose, anche se quelle mangiate a Nantes pochi giorni prima erano persino superiori e costavano la meta - ok, in un ambiente decisamente meno raffinato). Per l'ultimo drink non c'è che l'imbarazzo della scelta: solo portando a spasso Newton mezz'ora abbiamo visto almeno 5 pub irlandesi e decine di altri locali (e questo solo in centro, ce ne sono a decine anche nella distante zona portuale). Noi abbiamo scelto un pub irlandese proprio vicino all'hotel ed al ristorante, ideale per una pinta prima di salire a scrivere queste righe.

7 - 4 Luglio 2012

Devo confermare che Brest è alquanto vivace, infatti nei pub sotto l'hotel la festa è andata avanti fino alle ore piccole pur essendo martedì; in realtà, visto il sonno, la cosa non mi ha dato grande fastidio.

Uscendo da Brest ci siamo fermati in un negozio per cani a comprare i croccantini ed un paio di giochini per Newton, e ne abbiamo approfittato per bere un caffè in una bar dell'enorme zona commerciale poco fuori città. Ne scrivo perché va menzionata la gentilezza della cameriera la quale, dopo che Sabry aveva provato a chiedere se aveva brioche senza glutine, le ha preparato un piccolo foglio manoscritto con la domanda ben posta in francese, per futuro uso. Il bar/pasticceria si chiama "Oscar - pains, douceurs er saveurs".

Era ora di lasciare l'Oceano Atlantico e di affacciarsi sulla Manica, iniziando da una panoramica penisola vicino a Roscoff, con bellissime viste sulla Manica, scogli isolati e su Roscoff stessa e l'Ile de Barz. Qui abbiamo fatto correre un po' Newton sulla sabbia e sui grandi sassi e scogli... davvero un bel posto.

Roscoff è a suo modo incantevole; con tutte quelle case in granito sembra molto di più inglese che francese. Lo finalmente ho trovato la maglietta con i megaliti... ed abbiamo anche pranzato da "Jamie", con gradevole pesce a buon prezzo.

Dopo un breve giro a Pianpol (incantevole anch'essa, con case in parte in granito ed in parte a graticcio, merita 2 passi), abbiamo fatto un salto all'Abbaye de Beauport: è in parte in ruderi, il che la rende di per sé molto evocativa. Era splendida anche da fuori ma non siamo entrati: in realtà sarei entrato volentieri, ma Sabry si era confusa e pensava che le visite fossero solo su prenotazione.

Per la notte abbiamo deciso di portarci un po' avanti, a St. Malo. Nonostante piovigginasse e le previsioni non fossero particolarmente convincenti (ma da quelle parti non sembrano molto attendibili...), abbiamo sfidato la sorte e deciso di campeggiare. Siamo stati anche fortunati, poiché il cielo si è rasserenato in serata, consentendoci di cenare piacevolmente sul prato. Il camping Alet, benché spartano, è in una posizione incredibile, a 2 passi dal For de la Cité e con viste suggestive su St. Malò e sulla Manica: non avrei mai smesso di osservare la Manica ed i suoi far con il buio, pensando a quanta storia è passata di lì.

8 - 5 Luglio 2012

Un aspetto piacevole del guidare in Francia è che non è obbligatorio tenere i fari accesi di giorno, regola di ubbia utilità che a casa mi obbliga a cambiare spesso le lampadine.

Nonostante le catastrofiche previsioni meteo, la notte è stata serena ed anche la mattina lo era: l'ideale per un giro a Intra-Muros, il centro storico di St. Malo. Prima è stato però necessario fare il bucato in una vicina lavanderia (quella del camping era chiusa), operazione che tra cicli di lavaggio ed asciugatura ha richiesto circa un'ora. Intra-Muros è molto piacevole, ed è incredibile che sia stata per l'80% distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruita: accorgersene è molto difficile.

Poco fuori la città, verso Dinard, abbiamo visitato una centrale che sfrutta le maree (la differenza tra lata e bassa marea nella zona è una della più marcate del mondo, circa 14 metri): fornisce energia a 230 mila persone - l'intera città di Rennes in pratica - e la centrale è davvero piccola (chiude un fiordo non particolarmente largo). La società che gestisce la centrale (EDF) chiarisce che il 95% dell'energia prodotta in Francia è carbon-free (grazie pincipalmente all'atomo).

Dinard era oramai vicina e meritava decisamente un giro: è una località balneare, ma molto "vecchio stile"... per alcuni aspetti mi ricorda Largs (in Scozia), per altri il Lido di Venezia.

Nel pomeriggio abbiamo percorso la costa a Nord di St Malo, fino alla sua punta, dove non abbiamo visto i cormorani come da guida, ma il panorama non era male, con la suggestiva Mt. Saint Michel lontana sullo sfondo. Abbiamo visitato in velocità (diluviava) la vicina Cancale, ma gli allevamenti di ostriche sono davvero qualcosa a cui dare uno sguardo. Poco distante da Cancale (la chiesa era a vista) abbiamo fatto giocare Newton in spiaggia, con attorno persone che raccoglievano ostriche. La sabbia era alquanto melmosa, e poi ha anche iniziato a piover, con l'ovvio risultato che Newton alla fine era "in crosta di sabbia". Rientrati al campeggio a St. Malo, Sabry ha imbucato il cane in una doccia per lavarlo, ed io gli ho poi fatto fare una lunga passeggiata per favorirne l'asciugatura, per poi trascorrere un'ora in lavanderia per sistemare il "suo" coprisedile. Abbiamo mangiato dopo le 22, anche perché la pioggia ha interrotto 2 volte le delicate operazioni di cottura.

9 - 6 Luglio 2012

Alet è un quartiere interessante di St. Malo... l'abbiamo in realtà frequentato poco per non dire nulla - a parte campeggiarvi e passeggiarvi - però sembra ricco di localini ed allo stesso tempo tranquillo.

Era comunque tempo di lasciare anche il camping (circa € 17/notte) e St. Malo per prendere il ferry in direzione Guernsey (ripidi € 350 a/r per 2 persone+auto+cane). Visitare le isole della Manica mi ha sempre ispirato: visto il poco tempo a disposizione ne andava scelta una, e Guernsey sembrava grande a sufficienza per un paio di giorni di visita, ed al contempo un po' più selvaggia del paradiso fiscale Jersey. Arrivati sull'isola-stato e sbrigate le formalità doganali, sono riuscito a non notare il tizio del B&B che ci aspettava al porto: per fortuna lui ci ha visti e ci ha seguiti in auto facendosi notare (anche se all'inizio mi chiedevo cosa avesse l'auto dietro di noi da suonare insistentemente il clacson). Detto questo, per fortuna ha insistito per venirci a prendere: Guernsey è un labirinto di stradine tortuose e senza visuale (sono tutte circondate da muretti di pietra), peraltro tutte simili tra loro.

Il Castaway B&B (GBP 80/notte per la camera twin, cane ammesso senza sovrapprezzo) offriva una vista spettacolare sul mare, davvero molto bello e suggestivo! Ciò ci ha convinti a fare subito 2 passi nella vicina spiaggia e sulla scogliera, peraltro ricca di relitti della Seconda Guerra Mondiale.

Non rimaneva che mettere qualcosa sotto i denti, ed il Captain's Inn, suggeritoci da Ken Tostevin (il gestore del B&B), era il posto giusto: ambiente in stile pub marinaro il più British possibile, e menu di pesce davvero convincente (peraltro anche senza glutine, con tanto di pane specifico fornito); benché ammettessero Newton, il fatto che avesse ringhiato ad un altro cane "ospite" del pub ci ha convinti a lasciarlo in auto durante la cena. Dopo 4 real ale ero anche un po' alticcio, e l'unica scelta possibile è stata quella di abbattersi a letto.

10 - 7 Luglio 2012

Giro di boa! La seconda metà del viaggio si è aperta con diluvio e forte vento. Sperando in un miglioramento, abbiamo iniziato la giornata con attività al chiuso come la visite all'Underground Military Museum (molto bello, con tanto di auto utilizzata per girare Indiana Jones e l'Ultima Crociata!) prima di fare il giro dell'isola: incantevoli spiagge, purtroppo vento e pioggia nebulizzata non solo impedivano il bagno o una passeggiata, ma rendevano difficile persino scattare una foto decente.

Per il pic-nic abbiamo scelto di ritornare al B&B. Le distanze sono davvero brevi a Guernsey, anche se il groviglio di strade impone di perdersi almeno un paio di volte al giorno: in effetti sono riuscito a dare a Sabry indicazioni così sbagliate che dopo 20 minuti di guida siamo casualmente ripassati per il punto di partenza, come nel più classico dei film; ho dunque deciso di tornare al volante e di lasciare le mappe a Sabry.

Il German Military Hospital è assolutamente da non perdere: come il precedente museo, è situato dentro dei tunnel sotterranei costruiti dai nazisti ma è molto più grande e labirintico; inoltre, non essendo adattato a museo se non in piccola parte, ha un'atmosfera più cupa, suggestiva e persino un po' angosciante. Tra l'altro è umidissimo, dev'essere stato un ospedale davvero terribile... L'ultima visita "culturale" della giornata prevedeva il Fort Grey Shipwreck Museum, dedicato alle navi affondate a Guernsey: sono più di quante ci si aspetti, e la visita è interessante: c'è anche la campagna di una nave affondata che si può suonare - crea davvero un suono poderoso, anche se dalle sue dimensioni non si direbbe.

E finalmente era uscito il Sole! e la marea si era abbassato, quindi abbiamo potuto passeggiare fino all'isola di Lihou, raggiungibile solo in condizioni di bassa marea per mezzo di una stradina di pietra altrimenti sommersa; sull'isoletta verdeggiante si può fare un giro tra le colonie di gabbiani passando per le rovine di un priorato. Da notare che il Lonely Planet non indicava né Lihou né l'ospedale tedesco, forse le cose più interessanti dell'isola, e non forniva una mappa di Guernsey.

Sabry avrebbe voluto prendere una lezione di surf, ma ormai a Vazon Bay avevano chiuso la scuola (erano le 17), sarà per la prossima volta. Abbiamo dunque provato a fruttare la parte soleggiata della giornata portando Newton in spiaggia vicino al B&B come il giorno precedente: purtroppo faceva freddo, quindi siamo rimasti appena mezz'ora, però abbiamo fatto una bella (e ripida) passeggiata sulla scogliera allungando un po' il ritorno.

La sera abbiamo cenato a St. Peter's Port, la capitale. Girando un po' a caso siamo finiti da Mora, dove il cameriere italiano ci ha consigliato i pesci giusti: la razza (deliziosa) ed una specie di filetto di San Pietro ma molto più grande; era davvero un ottimo posto, abbiamo anche incontrato Ken (del B&B) che cenava lì. Per l'ultimo drink abbiamo scelto un pub tranquillo (ce ne sono davvero moltissimi, fuori da uno c'era anche l'immancabile rissa), che detiene il singolare record mondiale di vicinanza ad una chiesa, grazie ad un gargoyle che sporge da quest'ultima.

11 - 8 Luglio 2012

Sveglia e giornata serena (ma ventosa). Sarebbe stato meglio se una giornata così fosse stata la precedente, così avremmo potuto indugiare sulle spiagge di Guernsey, ma vabbeh... prendiamo quel che arriva. Lasciato il Castaway Guesthouse, io ho visitato Castle Cornet mentre Sabry andava in giro con Newton che non era ammesso nel castello. La tizia all'ingresso è stata davvero gentilissima proponendoci di entrare a turno con lo stesso biglietto, ma alla fine Sabry ha deciso di non visitare il monumento. A me è piaciuto molto, poiché ha tanti vicoletti simpatici e ricostruisce bene, con piccole e mirate esposizioni, la complessa storia militare dell'isola. Dopo un giro per St Peter's Port, era già ora di lasciare Guernsey e ritornare a St. Malo. È stata una piacevolissima "parentesi Brit" in un posto che merita davvero una visita. Mi era anche rimasta in tasca una banconota da 5 sterline di Guernsey, impossibile da cambiare fuori dalle isole...

Tornati a St. Marlo, la scelta era tra visitare Rennes o Dindant: il tempo a disposizione era quel che era, così abbiamo scelto Dinant, che sembrava la più interessante; in effetti il centro medievale è strepitoso, ed ho acquistato anche un'altra (bellissima!) maglia con i megaliti, e così anche Sabry.

Tra viaggio e fuso orario si era fatto tardi ed era ora di sistemarsi per la notte. Dopo 2 giorni tra ristoranti e pub era ora di tornare in ternda, spendere meno, bere meno e mangiare meno. Abbiamo trovato un campeggio (Camping Pommeriers) nei pressi di Le Mont Saint Michel (€ 26/notte tenta+2p+cane+elettricità+auto), un posto davvero carino. Dopo aver cotto un ottimo risotto ai formaggi (con aggiunta di cheddar acquistato a Guernsey) abbiamo deciso di far 2 passi verso Mont Saint Michel: i passi sono diventati prima 4 e poi 8, così siamo arrivati fino all'arroccato villaggio, percorrendo alla fine quasi 10km in tutto. La fatica è stata però ripagata: al buio le viuzze di Mont Saint Michel sono pittoresche e romantiche (a anche poco affollate), ma è soprattutto la vista notturna del borgo e dell'abbazia da fuori che è uno spettacolo senza eguali. Potrà anche essere un posto troppo turistico, però sembra di trovarsi in una favola. Da non perdere assolutamente una sosta serale in zona!

12 - 9 Luglio 2012

Nonostante una lieve minaccia (qualche goccia) di pioggia prima di entrare in tenda, la notte è stata serena, anche se alquanto più umida rispetto alle zone più a Sud: ho trovato il telo esterno pieno di gocce, come accadeva sempre nei viaggi precedenti in Nord Europa. Pur puntando la sveglia alle 7.15 (temevamo code all'abbazia), ci siamo alzati alle 8 (troppo sonno). Siamo comunque riusciti a partire (poco) prima degli spagnoli della tenda accanto, che però si erano alzati un'ora dopo di noi (!). Ah, per colazione ho provato del "galettes" di Mont Saint Michel con gocce di cioccolato: sono deliziose e costano insospettabilmente poco.

Sempre per evitare code, abbiamo acquistato il biglietto per l'abbazia al camping (stesso prezzo, 9 €) prima di partire. Bisognava parcheggiare ben prima dell'isola (€ 8,50 per la mattinata in una spianata senza nemmeno un albero e lontanissima dal sito) e percorrere 1,5 km a piedi: c'era a dire il vero anche l'autobus, ma noi abbiamo deciso di far passeggiare un po' il cane; inoltre, in autobus si perdono le meravigliose viste sull'abbazia e sul borgo strada facendo. Visto che i cani sono ammessi nel borgo (ovviamente) ma non nell'abbazia, l'abbiamo visitata a turno, impiegando circa un'ora a testa. La visita merita davvero, poiché a livello architettonico l'abbazia così arroccata è incredibile, ed alcune sale - come quella dei grandi pilastri - sono notevoli.

Con Mont Saint Michel era iniziata la Normandia, ed era il momento di proseguirla, ad esempio salendo a Cherbourg, dove si trova la Cité de Mer: benché si tratti principalmente di un acquario molto ben fatto, è il sommergibile nucleare francese adattato a museo a renderlo davvero interessante. Si può visitare tutto, dalla sala macchine alle aree per l'equipaggio alla stanza di comando (illuminata da luce rossa); "purtroppo" il reattore nucleare è stato rimosso, quindi quella stanza è vuota. Una cosa che mi è piaciuta molto è stata la sala relax per gli ufficiali, un bel salottino che non diresti mai si trovi in un sommergibile. Una cosa che non sapevo è che nei sommergibili variano l'intesità delle luci attenuandole la sera in modo da facilitare il bioritmo dell'equipaggio. C'era anche un'esposizione sul Titanic (che aveva fatto tappa a Cherbourg) abbastanza interessante. Questa visita è stata possibile grazie al freddo ed alle nuvole, che ci hanno consentito di lasciare Newton in automobile in sicurezza (ovviamente aprendo un pelino i finestrini).

In effetti faceva davvero freddo ad un certo punto del pomeriggio, ma eravamo comunque determinati a campeggiare, così abbiamo percorso una parte della - a tratti spettacolare - costa della Normandia e poi tagliato nell'interno fino a Quettehou, dove ci siamo sistemati al Camping Le Rivage (€ 22). Liofilizzato ai funghi, bucato, doccia, breve passeggiata e... buona notte! Purtroppo la piscina riscaldata chiudeva alle 19, così Sabry non ha potuto usufruirne.

13 - 10 Luglio 2012

Era il giorno della visita ai luoghi del D-Day, uno dei miei punti fermi di questo viaggio. Sveglia alle 8 in punto, colazione, smontaggio tenda e via verso Utah Beach, dove c'era qualche monumento e vecchi pezzi di artiglieria. Ad Omaha Beach non è rimasto granché, ma il luogo resta alquanto evocativo se si pensa alla sua storia mentre si passeggia attorno alla spiaggia. Sul promontorio abbiamo visitato l'immenso cimitero americano (9000+ croci e stelle di David): interminabili file come nei film di guerra, con occasionali bandiere americane poste da parenti, amici e conoscenza; c'è una voce all'uscita del piccolo museo che legge a ripetizione tutti i nomi dei sepolti e semplicemente mette i brividi. Ecco una parte del prezzo della libertà.

Ci siamo poi spostati nell'interno, a Bayeux, una delle prime città liberate dopo lo sbarco. In realtà nella città c'è una storia molto più antica di questa, per via dell'arazzo di Bayeux, tra l'altro bellissimo. In 70 metri e circa altrettante scene l'arazzo descrive la conquista dell'Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore e la battaglia di Hastings del 1066. L'audioguida, anche in italiano, è eccellente: sintetica ma esplicativa, ed anche spiritosa. Da non perdere assolutamente.

Siamo scesi a Gold Beach per far giocare un po' il cane, ma c'erano molti bagnanti così ci siamo un po' spostati in direzione Juno Beach. Qui abbiamo dato uno sguardo alla spiaggio e visitato il negozio, dove ho acquistato una borsa della spesa come souvenir.

L'ultima tappa della lunga giornata è stata Caen, e precisamente Le Memorial (€ 18/persona), uno strepitoso ed enorme museo con esposizioni sul mondo prima della Seconda Guerra Mondiale, sulla battaglia di Normandia e sulla Guerra Fredda... ci vanno dedicate come minimo 2 ore (il biglietto vale 24 ore, quindi si può rientrare il giorno successivo); noi abbiamo dovuto purtroppo affrettarci in circa un'ora e 1/4.

Dimenticavo: tra Omaha Beach e Juno Beach c'è Pointe du Hoc, un promontoria dove si trovava l'artiglieria tedesca che, oltre a vantare una storia estremamente interessante, è ricco di rovine di postazioni tra cui aggirarsi.

Le 2 località balneari di Deauville e Trouville sono vicinissime collegate da un ponte: noi abbiamo scelto Trouville per campeggiare. Il camping cittadino (Chant de Oiseaux) è in posizione davvero grandiosa su un promontorio che guarda sulla Manica, tra l'altro a 2 (ripidi) passi dalla spiaggia. Si possono anche osservare direttamente le spiagge del D-Day a sinistra e Le Havre a destra, davvero molto scenografico al tramonto e soprattutto la notte, con le luci delle navi ed i far.

14 - 11 Luglio 2012

Nonostante la pioggia mattutina, abbiamo deciso di lasciare la tenda pianta a Trouville ancora una note. Così, dopo la colazione preparata nell'abside e consumata in tenda, ci siamo fiondati sulla Route du Cidre, dove abbiamo visitato 4 sidrerie (ce ne sono davvero molte, ma ci vorrebbe del tempo ed un tassista): ognuna offriva un certo numero di degustazione di sidro e liquore Calvados, nonché una visita. Facendo questo giro ho potuto apprezzare le differenza tra i vari sidri, che sono molto più marcate di quanto immaginassi: c'è una vera cultura dietra, così come per il vino e per la birra.

A questo punto la giornata è stata purtroppo funestata da problemi sul lavoro, dovuti a chi non sa programmare e crea software poco sicuro... sik. Tornati a Trouville con la giusta dose di "fame etilica", abbiamo consumato un po' di pesce al porto. Ci sono dei chioschi che cuociono e servono il pescato del giorno (ostriche, astice, aragoste, granchi, ...): noi abbiamo scelto un mix che si è rivelato delizioso (€ 25 a persona, al ristorante non credo sia possibile scendere sotto i 60 per quella qualità e quantità). Un pranzo davvero strepitoso.

Al pomeriggio Sabry e Newton hanno visitato una cittadina di cui non ricordo il nome, mentre io all'ufficio turistico utilizzavo il WiFi (€ 1 per 15 minuti e bisogna avere la batteria ben carica poiché non vi sono prese di corrente) per sistemare i problemi lavorativi. Molto simpatica l'addetto, che parlava anche italiano e mi ha spiegato dove trovare cibo per cani a Le Havre. Dovevamo appunto andare a Le Havre, ed il centro commerciale Docks 76 aveva all'interno il negozio consigliatomi. Cani a parte, il posto merita una visita, poiché il centro è ricavato da vecchi edifici portuali ed è caratteristico il giusto. Le Havre invece non mi è sembrata nulla di che: modernista, con grandi piazze ed ampi viali (un Brest ancora meno esteticamente piacevole) e costruzioni come il Vulcano a dir poco discutibili. Non ci siamo fermata ad assaggiarne la vista, poiché il cielo era sereno e limpido e la bella spiaggia del camping ci aspettava per far giocare un po' Newton, che ha molto gradito.

Il fortissimo vento della serata, bella ma molto fredda, ha asciugato in un baleno il nostro bucato appeso, ma ci ha convinti a cuocere la cena nell'abside ed a pranzare in tenda... molto romantico!

15 - 12 Luglio 2012

Mi sono dovuto alzare verso le 6 per tirare dentro il bucato, poiché aveva iniziato a piovere. Le precipitazioni sono durate, a tratti molto intense e con forte vento, fino a dopo colazione (fatta ovviamente in tenda). È poi spuntato un provvidenziale squarcio di sereno che ci ha consentito di smontare tutto ed asciugare i teli. Poi è piovuto tutto il giorno, olé.

Breve passeggiata a Rouen, città molto piacevole con case a graticcio a dir poco incredibili: alcune sono così storte che sembra stiano in piedi per miracolo. Dopo un pic-nic sotto la pioggia a base di prosciutto tedesco (della Foresta Nera, non male!) e delizioso formaggio della Normandia (acquistato in una sidreria), siamo saliti a Dieppe per vedere la costa di alabastro: è davvero spettacolare, anche se pare che lo spettacolo di gran lunga migliore la roccia lo offra quando c'è il Sole.

Messa del tutto da parte l'idea di campeggiare, siamo saliti a Saint Valery sur Somme per prendere un bungalow in un camping (Le Walric): purtroppo Newton era considerato un cane troppo grande e quindi non era permesso. Abbiamo provato vari hotel in centro, ma l'unico che accettava animali applicava un sovrapprezzo di € 20, un comportamento ladresco che non sarebbe stato corretto assecondare. Uscendo dalla città abbiamo trovato per puro caso il Cap Hornu Hotel, davvero un bel postici (€ 100/notte per la camera + € 10 per il cane). Era fuori mano, "sparso" su vari edifici e con una piacevle atmosfera rilassata; tra l'altro era pulito e molto ben tenuto. Stanchi, abbiamo cenato direttamente al ristorante dell'hotel, di buon livello.

16 - 13 Luglio 2012

Sveglia e pioggia, ma non sarebbe durata a lungo. Siamo riusci a partire abbastanza presto (8:45), dopo una buona colazione in hotel.

Prima tappa: Boulogne-sur-mer, un posto che ho sempre desiderato visitare ma senza un valido motivo, semplicemente perché l'ho sentito nominare molte volte ed il concetto di "Bologna sul mare" mi ha sempre divertito. In realtà se si è in zona una sosta vale la pena, poiché la città alta è caratteristica, con tanto di qualche negozio autenticamente vecchio stile: io ho comprato una baguette in una boulangerie (panificio) che sembrava uscita da una cartolina d'epoca. La passeggiata sui bastioni è inoltre molto piacevole, con mura larghissime con tanto di prato ed alberi; Newton ha anche tentato di farci venire un infarto saltando sul muretto del bastione.

Da Boulogne-sur-mer abbiamo risalito la Côte d'Opale, fermandoci obbligatoriamente varie volte poiché i panorami erano mozzafiato. Abbiamo fatto giocare Newton con una pallina in una amena spiaggia di ghiaia con onde forti e vista sulle vicine scogliere. Sempre procedendo a Nord, abbiamo raggiunto di faro a Cap Gris Nez, da dove (grazie al cielo schiarito) abbiamo potuto osservare chiaramente le coste dell'Inghilterra: starsene sul promontorio battuto dai venti ad osservare le scogliere del Kent fa ripensare ai tempi di guglielmo il Conquistatore, crea un'atmosfera sognante ed in ultima analisi infonde un senso di pace interiore.

Poco distante c'era il Cap Blanc Nez, con monumento, da cui in teoria sia vedrebbero le bianche scogliere inglesi ancora meglio che da Cap Griz Nez, ma il cielo era diventato fosco quindi se ne poteva osservare solo un po' il contorno. Guardando verso Calais ho notato il continuo traffico di ferry, i quali aprtono letteralmente l'uno subito dopo l'altro nonostante l'Eurotunnel. E appunto a Calais ci siamo spostati, dove l'Hotel de Ville merita qualche foto, è davvero bellissimo! ci siamo concessi un pic-nic a base di salmone affumicato seduti nell'antistante parco, sotto il Sole.

L'ultima tappa della giornata è stata Dunkirk (Dunkerque), ma prima abbiamo fatto un salto in Belgio (appena 10 km più a Nord) per portare Newton nella "casa della sua razza". :-) A Dunkirk in definitiva non abbiamo visitato il Musee su Souvenir, poiché Sabry riteneva di aver già visto abbastanza cose di guerra nei giorni precedenti, ed alla fine anch'io ci tenevo solo fino ad un certo punto. Abbiamo invece optato per il Musée portuaire de Dunkerque, che è interessante poiché ripercorre la storia intricata del porto della città, il terzo di Francia nonostante un passato davvero turbolento. I modelli delle navi sono strepitosi, da non perdere; peccato solo che fosse troppo tardi (stavano chiudendo) per visitare anche le 2 navi ancorate fuori.

Per campeggiare siamo ridiscesi a Escalles, poco a sud di Cap Blanc Nez. Inizialmente, visto che l'area tende si trovava in un pratone spazzato dal vento, avevo molti dubbi, ma poi abbiamo trovato una decente posizione vicino ad una siepe e tra 2 tende più grandi che ci proteggevano; ho comunque messo tutti i tiranti possibili e picchettato le falde, non si sa mai... In realtà poi il vento è sparito del tutto e ciò ci ha consentito di cenare di nuova all'aperto, visto che si stava anche molto bene. Dato il redivivo Sole, abbiamo fatto un salto nella vicina spiaggia, che è semplicemente spettacolare: sormontata da alte e maestose scogliere, è di ghiaia e sabbia si può starsene distesi osservato l'Inghilterra in lontananza ed i traghetti che passano. In una stradina nei pressi della spiaggia c'era anche un bizzaro gruppo (6-8 persone) di tedeschi che "campeggiavano" in dei vecchi camion dell'esercito americano (quasi certamente residui della Seconda Guerra Mondiale); erano tutti vestiti da militari, ascoltavano orrenda musica melodica tedesca e la birra scorreva a fiumi.

17 - 14 Luglio 2012

Dall'una di notte circa sono iniziati la pioggia battente ed un vento a forti folate. La cosa saggia sarebbe stata quella di starsene in tenda e far passare qualche ora sperando in un miglioramento. "Purtroppo" avevamo da fare, quindi alle 8:30 ci siamo tirati su ed abbiamo preparato la colazione dell'abside. Sotto un diluvio siamo riusciti a smontare tutto, ma abbiamo dovuto mettere via la tenda bagnata e siamo saliti in macchina quasi annegati, cercando di asciugarci col riscaldamento della Golf (che ci stava alla grande visto che fuori c'erano 13 gradi).

La giornata era ideale per starsene un po' al coperto e visitare La Coupole, museo sulle armi di Hitler situato in un vecchio enorme bunker a cupola. In certe zone faceva alquanto freddo, il che non era l'ideale per noi bagnati fradici, però la sezione principale era climatizzata. I contenuti (anche multimediali) spiegano tanti aspetti della Seconda Guerra Mondiale non così noti, e nel complesso direi che la visita (€ 7,50) è da non perdere.Inoltre, la collocazione del museo nella cupola enorme vale di per sé il prezzo del biglietto.

Continuando in tema di guerra, abbiamo iniziato a spostarci verso la Somme, passando quindi alla Prima Guerra Mondiale. La prima tappa è stata il memorial canadese a Vimy Ridge: il monumento è norme, le trincee ben ricostruite, ma è il suolo crivellato dalle bombe che colpisce e che rende palese l'impossibilità di comprendere ciò che è stato - semplicemente perché non lo si è vissuto.

Piccolo intervallo urbano con una passeggiata ad Arras, che ha un centro in stile fiammingo (con tanto di Grand Place)... sembra davvero di trovarsi in Belgio.

Andando in giro per la campagna della Somme ci si imbatte in decine di cimiteri, che non possono far altro che infondere una certa tristezza, ma che al contempo sono imperdibili - ci sono eventi che vanno ricordati in questo modo. In mezzo ai cimiteri si trova un altro memorial canadese (Beaumont-Hamel Newfoundland Memorial), che ripropone le trincee così com'erano alla fine della Prima Guerra Mondiale. Da vedere assolutamente anche la Grand Mine, un cratere di mina enorme che lascia di stucco.

Finito anche con la Grande Guerra (sono comunque posti che andrebbero ri-visitati con calma) ci siamo portati un po' avanti e siamo andati a dormire a Reims, nello champagne. Il Séjours & Affaires Reims Clairmarais (€ 72 per lo studio con piccola cucina + € 5 per il cane) è buono e conveniente, infatti abbiamo cenato direttamente lì con un rimasuglio di liofilizzato, del purè al formaggio ed una specie di shepherd pie acquistata poco prima al supermercato.

Ero davvero stanco, e ancora provato dalla pioggia presa al mattino, ma abbiamo ugualmente fatto un giretto per il piacevole centro di Reims Poiché era il giorno della presa della Bastiglia, c'era uno spettacolo di luci sulla facciata della cattedrale: abbiamo visto gli ultimi 2-3 minuti, era molto ben fatto e sembrava che la facciata cambiasse forma. Una birra in uno degli animati pub mi ha capottato del tutto, e mi sono addormentato appena rientrato in stanza.

18 - 15 Luglio 2012

La fine della vacanza si avvicinava, quindi aleggiava un po' di tristezza. Ci siamo alzati con comodo e abbastanza riposati. La tenda aveva anch'essa riposato a sufficienza in bagno ed era asciutta. Dopo esserci preparati la colazione, ci siamo diretti alla volta dei vigneti. In realtà abbiamo iniziato visitando un faro (senza il mare) a Verzenay, che offre una vista sulle colline circostanti ricoperte di immensi vigneti (4800 produttore solo nella zona della Marne). Dal faro si vedeva anche un mulino sulla collina di fronte, che era stato utilizzato dagli americani durante le guerre come punto di osservazione (anche il fato era servito a quello scopo, ma utilizzato dagli alleati francesi).

Bene, era ora di degustare, ma la domenica la maggior parte delle cantina è chiusa: poco male, visto che ce ne sono così tante. Abbiamo iniziato dal villaggio di Hautvillers. Tra quelle visitate, merita senz'altro una visita Pierre Fedyck, cantina piccolissima con vino molto buono e B&B annesso... sorseggiare seduti al sole era una delizia. Nella vicina Cramant (dove c'è anche una grande bottiglia da fotografare) abbiamo visitato Crepaux: il simpatico tizio ci ha trattenuti circa 40 minuti facendoci degustare e chiacchierando (in francese). Alla fine della giornata abbiamo acquistato una decina di bottiglie (prezzare tra 10 e 25 Euro, un vero affare considerata la qualità), e Newton ha giocato tra le vigne facendosi anche male al naso su un filo di ferro.

Ci attendevano 6 ore di auto per arrivare a Chamonix (Sabry ha avuto l'eccellente idea di spezzare il viaggio di ritorno). L'idea orinale era di dormire a Ginevra, ma poi logisticamente sembrava più comoda Chamonix e così abbiamo scelto in tal senso. L'Hotel Alpina non era male (€ 72/notte per camera): le stanze sembravano un po' piccole per starci una settimana con i vestiti da sci, ma non era il nostro caso e comunque era estate, anche se c'erano 8 gradi. Visto che avevamo già cenato in autogrill, dopo una brevissima passeggiata per Newton siamo tutti andati a nanna.

19 - 16 Luglio 2012

Ci siamo alzati ed abbiamo fatto un giretto per Chamonix, con qualche immancabile foto al Monte Bianco (la giornata era molto bella). Ormai la vacanza era finita e non avevo nemmeno molta voglia di salire sull'Aguille du Midi in funivia (mi è passata del tutto dopo aver visto il prezzo).

Siamo tornati qualche Km verso l'interno della Francia per fare benzina a costo inferiore rispetto all'Italia, poi abbiamo passato il tunnel e... via verso casa!