Quest'anno, incredibile a dirsi, ho rinunciato al viaggio in nord Europa per fare un tentativo... più a sud. In realtà l'idea non è del tutto mia in quanto Sabrina, la mia bella, voleva a tutti i costi visitare la terra degli dei. Inizialmente ero dubbioso su quanto in effetti potesse essere interessante il viaggio, ma mi sono completamente ricreduto e sono stato contento di vedere come molti dei preconcetti su Grecia e greci siano falsi (però è vero che guidano in maniera ultraspericolata).
Questa volta ho messo anche le foto. Sabry ha infatti portato la macchina fotografica digitale e quindi quest'anno non avevo più la scusa del dover fare le scansioni delle foto stampate. ;-)
Ecco il resoconto...
Martedì 16 Agosto
Almeno questa volta non ho dovuto prendere un areo, mezzo che - come tutti i lettori dei miei diari ben sanno - non adoro particolarmente. Peraltro, è stata anche l'estate di alcuni grandi disastri.
La nave della Anek (circa Eur 350.00 per due persone + auto, andata e ritorno) salpava alle 19:00 dal porto di Venezia, e purtroppo il raggiungimento del molo ha subito riservato la prima sopresa non esattamente piacevole. A circa 10 km da casa, infatti, un tizio di un'azienda agricola che stava decespugliando il margine della strada ha inavvertitamente fatto partire un sasso verso il mio parabrezza. Risultato: vetro ancora ampiamente utilizzabile, ma da sostituire al ritorno a casa; fortunatamente l'azienda agricola è parsa disposta ad accollarsi la spesa.
Giunti al ferry 2 ore prima della partenza, siamo riusciti ad imbarcarci in pochi minuti. La Lefka Ori era il solito gigantesco ferry con una buona dotazione di comfort: 3 bar, ristorante, self-service, piscina, slot machines, ... Purtroppo i bar della Anek chiudono le porte ad una certa ora (dopo l'una), ma se si è senza cabina (come noi) si può dormire fuori (è riparato dalla pioggia, ma fa freddino) oppure per terra in un atrio interno (abbiamo scelto quest'ultimo). La notte c'era anche una discreta agitazione discotecara, alimentata soprattutto da greci e tedeschi festaioli.
Mercoledì 17 Agosto
In nave in definitiva non c'era molto da fare, e quindi le carte da briscola ed il sonno l'hanno fatta da padrone fino all'arrivo a Corfù (Kérkyra, ore 22.30). Per raggiungere il Pink Palace (ostello piuttosto conosciuto situato ad Agios Gordios è stata un'impresa: il traffico di Corfù Town (Kérkyra) in estate è infatti veramente impressionante, la sera si va praticamente sempre a passo d'uomo. Come se non bastasse, le labirintiche e mal segnate strade dell'isola sono una garanzia se ci si deve perdere. Ben un'ora di auto per percorrere i 15 km che separavano il porto dall'ostello!
Giovedì 18 Agosto
Abbiamo provato la colazione del Pink Palace, inclusa nel prezzo e per nulla male; il caffè purtroppo è quello greco, che è una cosa che o si ama o si odia (la seconda ipotesi è la più probabile).
Alla mattina siamo saliti sulla cima del Monte Pantokrator, alto 906 metri (ci si arriva in macchina, anche se la strada asfaltata non è granché). Dalla cima abbiamo potuto godere di una meravigliosa vista a 360 gradi su tutta Corfù, sulle piccole isole situate a nord di essa, e sull'Albania. Salendo in cima non bisogna omettere una sosta in un uliveto, caratterizzato dai tipici muri di pietra che creano gli altrettanto famosi "scalini" su cui si trovano gli alberi.
Proseguendo (perdendoci, ovviamente) il giro della parte nord dell'isola, siamo giunti alla fortezza bizantina di Angelókastro: il panorama dello strapiombo sul mare era notevole.
Per un po' di relax pomeridiano abbiamo optato per una piccola spiaggia a Paleokastrítsa: un po' affollata, ma grande acqua (ed anche un grande bar). Al tramonto è meglio non perdersi una salita (sempre da compiersi attraverso stradine che ve le raccomando) al Trono del Kaiser, al fine di apprezzare una situazione idilliaca e romantica al punto giusto.
Per la cena ci siamo affidati alla proposta Pink Palace: spacciata per cena greca, in realtà non era eccezionale ma ampiamente commestibile e saziante ed - hey - era gratis. A sera più inoltrata abbiamo visitato Corfù Town, ed è stata una piacevole sorpresa scoprire il centro fatto di calli e campielli praticamente identici a quelli di Venezia in tutto: pavimenti, edifici, lampioni, tutto. La Serenissima ha decisamente lasciato il suo segno...
Venerdì 19 Agosto
Abbiamo lasciato il Pink Palace (Eur 50.00 a testa per due notti). In definitiva non è che il posto mi abbia colpito molto: benché somigli agli ostelli indipendenti britannici ed americani, è troppo grande e pertanto non molto "caloroso". Inoltre, il Palace è eccessivamente indirizzato ad un pubblico "spiaggia e bar" che ai backpacker in continuo movimento.
La mattinata è stata dedicata alla visita di Corfù Town. Da vedere c'è quantomeno il Palaio Frourio (la fortezza vecchia), a due passi dal Liston, dove visto che ci siete dovreste anche bervi un bel caffé buttando l'occhio sull'unico campo da cricket della Grecia. Per il pranzo abbiamo sostato in un caratteristico locale sulle calli: non sono cari quanto sembra, anche se 20 Euro a testa sono da mettere in preventivo. Non mi sono fatto mancare qualche bottiglia di Koum Kouat, un alcolico locale estratto da dei frutti di forma sospetta che potrebbero essere mandarini cinesi: ha 20 gradi ed è un tantino dolciastro, ma cercando bene si trova anche la versione molto più buona a 40 gradi (che, ovviamente, costa il triplo).
Verso metà pomeriggio ci siamo imbarcati per la Grecia continentale: Eur 5.80 a persona, Eur 27.00 per l'automobile, oltre un'ora e mezza di traversata su un lentissimo ferry. Igoumenitsa è poco più di un portaccio, ma appena 8 km a sud abbiamo trovato il posto giusto per campeggiare: il camping Kalami (a Kalami Beach), che a tutt'ora ritengo sia uno dei migliori posti della Grecia dove ho pernottato. È situato in una tranquilla baia, con acqua limpidissima, e pur essendo molto intimo dispone di bar, ristorante ed altri servizi utili (Eur 15.50 per 2 persone + tenda + auto). Poco più a sud rispetto al camping, sulla destra, c'è una stazione di servizio della Ultimate: il gestore, su richiesta, è prodigo di interessanti e corrette informazioni sul tempo atmosferico.
La sera ci siamo dati al relax ed al cibo liofilizzato. Nel viaggio in Islanda dello scorso anno ho acquisito una dimestichezza inusuale nel fare il cibo liofilizzato tanto che oserei dire - senza falsa modestia - che un risotto liofilizzato cotto da me è paragonabile ad uno non liofilizzato cucinato nei migliori ristoranti. ;-)
Una considerazione su Corfù: le strade sono strette, ripide, e con un asfalto non sempre esattamente liscio. Girare in macchina non è il massimo (anche dal momento che i greci guidano in maniera quantomeno discutibile), ma lo scooter sembra una soluzione piuttosto pericolosa. Ho visto molta gente in quad, che forse è la scelta migliore al prezzo ovviamente di un maggior consumo di carburante.
Sabato 20 Agosto
Sveglia alle 7:30, rapido impacchettamento della tenda e partenza per Párga. È una piccola cittadina, ma piuttosto affollata e caotica e merita per due motivi: il To Kastro (castello veneziano) e la colazione in una delle bakery: noi siamo stati alle Green Bakery dove i donut erano favolosi. Da Párga abbiamo proseguito alla volta del Nekromantéio di Afýra, antico luogo di culto situato nei pressi del fiume Acheronte: l'ingresso costa 2 Euro (gratuito per studenti UE), non c'è molto da vedere ma vale la pena farci un salto.
Dopo una sosta balneare su una ventosa spiaggia abbiamo raggiunto Préveza, una città con un lungobaia carino pieno di bar e ristoranti. Da lì, tramite tunnel sottomarino, abbiamo attraversato la baia e siamo scesi a sud fino a Mýtikas. La strada scogliera che vi giunge è da non perdere, in quanto percorrendola al tramonto vi sembrerà di trovarvi in una vecchia pellicola hollywoodiana nella quale l'auto sfreccia impazzita sulla carreggiata sprovvista di guard rail, ed alla fine termina la sua corsa in mare (non vi auguro questo epilogo, chiaramente).
Mýtikas mi è parsa a sua volta un luogo delizioso. Ci siamo fermati in un room rent di cui non ricordo il nome, comunque si tratta del primo sulla destra dopo la chiesa, procedendo verso il centro: appena 20 Euro per una camera doppia con bagno. Ero veramente distrutto dall'eccessivo sole assorbito nel pomeriggio, ma siamo ugualmente scesi per la cena ed una breve passeggiata. La via centrale era stata chiusa (più o meno abusivamente) e tutti i bar avevano messo i tavolini nel mezzo di essa (veramente bello!). Tra i vari ristoranti alla fine abbiamo scelto quello del room rent, dove cucinavano pesce abbondante ed eccellente secondo la tradizione greca, ad un prezzo peraltro molto basso. In molti mi avevano indicato i greci come persone non molto ospitali, in realtà già in questa circostanza abbiamo avuto un assaggio del contrario, con il caratteristico gestore che - pur non conoscendo una parola di inglese - si è prodigato nello spiegarci il menù (non ce n'era uno scritto), facendoci più divertire che altro, tanto che poi ho praticamente scelto a caso.
Domenica 21 Agosto
Mýtikas in qualche modo ci è rimasta nel cuore, anche se ci siamo fermati poco, ed io nemmeno stavo particolarmente bene.
In mattinata abbiamo puntato a sud verso Messolóngi, dove abbiamo scattato qualche foto con la statua di Lord Byron (uno dei più importanti patrioti greci!) e visitato il museo a lui dedicato. Di qui siamo scesi al golfo di Patrasso al fine di visitare il castello di Náfpaktos (conosciuta come Lepanto nel medioevo). Il kastro è discreto, ma una volta saliti lì una delle cose migliori è forse la vista sul nuovo ponte sospeso che collega la Grecia continentale al Peloponneso. Ponte che abbiamo attraversato dopo un bagno nella spiaggia di Náfpaktos (pedaggio di ben 10 Euro).
Abbiamo preso alloggio a Kato Achaïa, una quindicina di km a sud di Patrasso. L'ottimo Hotel Δίμη si è dimostrato una scelta senz'altro causale ma eccellente: soli 30 Euro per la camera doppia con TV, frigo ed aria condizionata. Il paese era il solito piccolo centro greco con piazza quadrata pedonale che la sera si anima notevolmente. Abbiamo comunque preferito fare un giro a Patrasso, che in realtà non mi è parsa nulla di che al di là dell'accettabile vialone pedonale e del buon mare. Bellissimo però il kastro, che abbiamo però potuto vedere solo da fuori poiché alle 22:00 era chiuso.
Lunedì 22 Agosto
Era decisamente ora di gustare uno dei piatti forti della Grecia: l'acropoli dell'antica Olimpia, forse il principale sito archeologico della nazione. In effetti l'acropoli è notevole, grandissima ed in ottimo (considerando il tempo trascorso) stato di conservazione. Ripido il conto all'ingresso: 9 Euro per sito e discreto museo (gratis per studenti UE). Comunque, Olimpia è assolutamente da non perdere.
Dirigendoci ancora a sud abbiamo sostato nel simpatico centro di Pýrgos per mangiare degli eccellenti tortini di pasta sfoglia in un fast food greco (tali prelibatezze si trovano in ogni caso praticamente ovunque in Grecia). Il luogo da noi prescelto per la notte è stato un bel camping a Tholos: tanti tedeschi e pregevole spiaggia di sabbia dorata annessa. La spesa per la cena è stata inutilmente problematica: abbiamo fatto km in macchina e girato vari mini-market per poi scoprire che il campeggio era dotato di un negozio dove c'era tutto ciò di cui avevamo bisogno...
Martedì 23 Agosto
Giornata piuttosto intensa...
Procedendo verso sud da Tholos abbiamo visitato il Palazzo di Nestore (Euro 2, gratis per studenti UE), che tra quelli micenei è forse quello meglio conservato (arrivando lì penserete "figurati gli altri..." ;-)). In esso spicca una vasca da bagno in terracotta, nella quale gli affreschi sono ancora praticamente intatti.
Poco oltre ci siamo fermati per una visita al Paleokastro situato nella zona nord della baia di Navarino. Abbiamo compiuto il giro salendo attraverso la strepitosa spiaggia di Voidoklía, situata in un'incantevole baia a ferro di cavallo. Il sentierò è a tratti piuttosto faticoso (anche per via del caldo), ma il panorama dall'alto merita tutto l'impegno profuso nell'ascesa. Il kastro in sé è alquanto distrutto, benché sia ancora possibile passeggiare su parte delle mura. Se invece volete trovare un castello realmente in brandelli, proseguite per pochi chilometri verso il lato sud della baia di Navarino, fino a Pýlos: il Neo Kastro si vede anche dalla strada, e non è necessario fermarsi poiché non c'è granché da visitare.
Per nulla paghi di questa tripletta di siti archeologici, ci siamo sparati anche la fortezza veneziana di Methóni, e devo dire che non è stata per nulla deludente. La struttura è piuttosto vasta, e molto bella sia per l'atmosfera che (secondo me) la circonda che per le viste sugli scogli che per l'isoletta su cui sorge il castello.
Alla fine - pant - abbiamo persino trovato il tempo per un bagno in una spiaggia dorata dalle parti di Finikoúnda, con tanto di bandiera blu e molto frequentata dai windsurfisti. Qui siamo riusciti a perdere il donut (il ciambellone da mare) poiché c'era molto vento, Sabry dormiva ed io ero al bar a prendere il gelato: shockati dal fatto di non vederlo più, abbiamo iniziato a cercarlo finché l'abbiamo rinvenuto su una barca arenata in spiaggia; a Sabry è toccata la figuraccia del recupero davanti al proprietario della barca che l'aveva recuperato.
Non è stato semplice trovare un "room rent" con posti liberi, ma alla fine è saltata fuori una sistemazione in stile "Bates Motel", in realtà di buon livello e ad appena Euro 30 per la stanza doppia. Dopo esserci sistemati abbiamo ben pensato di non abbandonarci al riposo, bensì di andare a cena a Koroni (uno degli "occhi della serenissima", assieme a Methóni) verso le 22. Il borgo, ovviamente in stile veneziano, è da non perdere. Vi consiglio di fermarvi a mangiare nel ristorante in piazza, evitando i locali situati sul lungomare turistico: il prezzo era ottimo ed il cibo greco ancora migliore. La cittadina era tra l'altro piuttosto agitata poiché in tutti i bar la gente seguiva il preliminare di Champion's League tra Panathinaïkos e Wisla Kracovia: al momento del 2-0 in favore dei Greci pareva crollasse un pub. :-)
Mercoledì 24 Agosto
Dopo aver puntato a sud per tanti giorni, ci siamo mossi un po' più longitudinalmente. Da Koroni siamo anzitutto saliti a Kalamáta, una vivace cittadina. La cattedrale era OK, il kastro così così (ed era pure chiuso quel giorno). Mi è piaciuto molto di più il parco OSE, dove si trovano le carrozze di alcuni vecchi treni ed una caratteristica stazione trasformata in bar. Qui ce la siamo presa un po' comoda, con tanto di fast food greco a base di pasta sfoglia.
Nel pomeriggio ci siamo avventurati verso Sparta: la strada era lunga e siamo dovuti salire fino a 1500 metri di quota. L'acropoli di Sparta è da saltare, poiché non c'è nulla di riconoscibile tranne qualche sasso sparso (l'eccezione è rappresentata dal teatro bizantino, anch'esso tuttavia praticamente raso al suolo) e la statua di Leonida di fronte allo stadio. In realtà la gita a Sparta è stata salvata dalla visita alle vicinissime rovine di Mystrás (Euro 5 ben spesi, gratis per studenti UE): un tempo era una città immensa in cui abitavano 40 mila persone, ma il suo agitato passato alla fine l'ha uccisa; è stato comunque un piacere girovagare tra le rovine, nonostante la pendenza.
Da Sparta abbiamo pensato bene di andare a dormire nei pressi del borgo medievale di Monemvassía, ed allora via altri 80 km di strada fino al camping. Giunti sul luogo, breve bagno nell'Egeo fino al calar del Sole. La visita di Monemvassía è stata rimandata al giorno successivo, eravamo troppo stanchi.
Giovedì 25 Agosto
Monemvassía è semplicemente deliziosa: un borgo medioevale sullo stile di Mystrás, solo che è abitato! Ovviamente la cittadina è rigorosamente pedonale, e sorge tra l'altro su un'isola. Non siamo saliti fino alla fortezza in quanto il tempo a disposizione non era moltissimo, mentre i km da percorrere lo erano senz'altro.
(Ri)passando per Sparta ci siamo diretti a Tripoli, prendendoci lì il tempo per una passeggiata nel centro assolutamente anonimo. Per raggiungere Micene ci siamo affidati alle scorciatoie individuate da Sabrina, che ci hanno causato la perdita di quasi un'ora, e solo per caso abbiamo evitato di forare una gomma. ;-) Micene (Euro 9, gratis per studenti UE) meritava tuttavia il piccolo disagio, anche fosse solo per la maestosa porta che introduce all'acropoli. A differenza di Sparta, Micene versa in un buono stato di conservazione (benché non vi sia alcun edificio in piedi), ed è stato molto interessante scoprirne la geografia e l'organizzazione. Non siamo potuti purtroppo scendere nella cisterna dell'acqua: era necessaria una lampada e non avevo voglia di sfidare il Sole per tornare in auto a prenderla.Visto che questo è un mio grande rimpianto, se andate a Micene portatevi dietro una lampada e fatemi poi sapere via e-mail com'era la cisterna!
Da acropoli ad acropoli, da Micene a Tirinto. Purtroppo quest'ultima era chiusa per lavori, e dunque abbiamo potuto solamente dare un'occhiata all'esterno delle maestose mura (spesse fino a 40 metri!!!).
Abbiamo scelto Tholo, vicino a Nauplia, come sistemazione notturna, così da poterci concedere un bagno prima di cena. Purtroppo la sorte ci ha riservato un "room rent" non molto economico (Euro 40 per la camera doppia), piuttosto sporco e maleodorante, e gestito da due tizi anziani un tantino strambi. Va beh. Nauplia ha però compensato tutto questo: 3 fortificazioni (da non perdere quella alta, ma preparatevi a soffrire per la salita sotto il sole se non avete la macchina) ed un delizioso centro in stile veneziano. Abbiamo tra l'altro cenato benissimo (e pagato poco) alla taverna Paleo Arhontiko. Poco prima di uscire per la cen abbiamo tra l'altro beccato un'ora di pioggia, praticamente il primo "serio" rovescio dal nostro arrivo in Grecia.
Venerdì 26 Agosto
Lasciato finalmente il tugurio (nel frattempo una signora si era persino introdotta nel nostro terrazzo!), abbiamo fatto rotta verso Epidauro, un altro sito archeologico da non perdere assolutamente (ingresso Euro 6, gratis per studenti UE). Il pezzo più appariscente è ovviamente il teatro, tutt'ora utilizzato, ma anche l'acropoli è davvero notevole, e persino il museo è gradevole fino ad un certo punto.
Abbiamo tentato di visitare anche le rovine di Isthmía, indicate dal Lonely Planet come "solo per appassionati di archeologia"; purtroppo - o per fortuna - il museo/sito era chiuso per lavori.
L'antica Corinto (9 Euro per non-studenti UE) era invece aperta, ed immancabile: non perdete tempio ed acquedotto, mentre si può trascurare il museo. Dal sito una salita (da percorrere in auto) porta all'interessanto Acrocorinto, posta in cima ad una collina. L'ultimo pezzo di strata è da percorrere a piedi, ed a causa del caldo allucinante non siamo riusciti ad arrivare in vetta. Bellissimo panorama comunque!
Prima di cercare un posto per dormire abbiamo scattato un paio di foto all'impressionante (è profondissimo!) canale di Corinto. Ci fanno persino bungee jumping! L'Hotel Apollon, indicato dal Lonely Planet, è stato un numero fisso alla roulette: 40 Euro per una buona stanza doppia, a 5 minuti di cammino dalla piazza centrale di Corinto. Il centro non è nulla di che, ma abbiamo trovato un buon "fast food" greco dove abbiamo speso poco per un discreto pasto.
Sabato 27 Agosto
Il momento tanto temuto era arrivato: guidare la Golf nella tentacolare Atene. In realtà ero piuttosto incuriosito dalla capitale greca, che sembra suscitare sentimenti contrastanti in coloro i quali la visitano.
Dopo esserci persi a causa di un'uscita mancata nella tangenziale (quasi un'ora di strada extra...) siamo giunti a Glyfáda, località balneare Riccione-like inglobata nell'area metropolitana di Atene. In seguito a vari tentativi inutili a Glyfáda (camere da 175 Euro) ed inutili telefonate agli hotel del centro abbiamo trovato una piacevole ma non proprio economica sistemazione a Várkiza: 70 Euro a notte per una camera d'hotel che in pratica era un appartamento per 4 persone con cucina, salotto ed ampio terrazzo.
Nel pomeriggio ci siamo concessi un bagno nella vicina spiaggia per testare il mare dell'Attica (non male, ma esiste mare brutto in Grecia???). Abbiamo "visitato" anche la piscina dell'hotel, colma di napoletani non proprio raffinati. Siamo giunti giusto in tempo per il tramonto a Capo Suonio, dove c'è il Tempio di Poseidone: che siate accompagnati dalla vostra anima gemella non perdetevi questa situazione oltremodo romantica e spettacolare.
Domenica 28 Agosto
C'era poco traffico ad Atene, presumibilmente poiché era domenica, e quindi è servita appena mezz'ora di auto per raggiungere Sýntagma (una ventina di km). Da Plateia Syntagmatos abbiamo iniziato un tour pedonale (ispirandoci alle indicazioni del Lonely Planet) che ci ha permesso di vedere le principali parti del centro della città.
L'Acropoli è da non perdere per nessun motivo: è il principale sito archeologico della Grecia e vale tutta la fatica della salita sotto il Sole cocente, nonché i 12 Euro del biglietto (gratis per studenti UE; vale anche per agorà, arco di Adriano, ...). Discesi dall'Acropoli è ben visbile un masso su cui è opportuno salire per apprezzare una buona vista sull'Agorà; Sabry ha ben pensato di salirvi in sandali, in modo da poter scivolare davanti allo sguardo divertito delle decine di persone presenti. Dopo l'Agorà abbiamo visitato il grande e variegato mercato delle pulci, gustandoci anche un paio di fantastiche pitte con pollo ed agnello.
Il pomeriggio è stato in parte dedicato al museo archeologico - grande e molto interessante - ed in parte ad un giro in macchina al Pireo. Quest'ultimo non merita particolarmente, anzi mi è parsa una zona sufficientemente squallida, ma da alcuni punti si gode di qualche buona vista sull'Acropoli.
Siamo tornati in hotel per cenare e riposare un po', ma dopo il pasto abbiamo nuovamente raggiunto il centro per non perderci le viste sull'Acropoli illuminata. È stata anche l'occasione propizia per un drink all'Hard Rock Café, dove sono riuscito a dimenticarmi di utilizzare i buoni sconto che avevo con me, nonché a far rotolare i 2 Euro che dovevo lasciare di mancia sotto un pertugio irraggiungibile.
Lunedì 29 Agosto
Non è stata la migliore delle giornate, anzi il pomeriggio è stato teatro di un vero e proprio psicodramma. Eccovi i sanguinosi dettagli...
La mattina avremmo dovuto visitare il monastero di Dafni, situato nell'estremità nord-ovest dell'area metropolitana di Atene. Ovviamente, essendo lunedì mattina il traffico era ben superiore a quello del giorno precedente, e mi stavo già innervosendo quando ci siamo anche persi in una zona industriale. Dopo aver vagato per una buona mezz'ora siamo in qualche modo giunti al monastero che - sorpresa - a causa di una scossa tellurica era stato raso al suolo ed il sito era quindi chiuso per restauro.
A questo punto l'unica cosa da fare era procedere per Maratona (molto belli lago e diga) e qui si è consumato un piccolo dramma. Per qualche insensato motivo volevamo infatti vedere il "trofeo" di Maratona, che non era nulla di speciale, ed era collocato in una specie di parco mal curato. Abbiamo qui colto l'occasione per scattare una foto alla mia fida Golf sotto a tale scultura. Manco le avessimo lanciato un sortilegio, pochi minuti dopo facendo manovra ho colpito il cartello esplicativo dello stesso trofeo, aprendo uno squarcio nel portellone posteriore dell'automobile.
Con un umore che non era dei migliori, abiamo proceduto alla volta del museo di Maratona che - come se non bastasse - era chiuso. Il poco distante tumulo di cadaveri (vecchi di 2500, non c'è da preoccuparsi) era a sua volta inaccessibile, ma per fortuna un cancello non chiuso bene ci ha permesso di entrare a dare un'occhiata.
Ci siamo spostati a Tebe per pernottare (hotel Niovi, in pieno centro, 40 Euro per una buona stanza doppia) e per visitare il museo archeologico, che ovviamente era chiuso per turno di riposo. Ci siamo però rifatti visitando gli altri "bellissimi" monumenti tebani, che a sopresa sono gratuiti: strano, poiché sono da non tralasciare se piacciono pietre e sterpi e si adora passeggiare in mezzo all'immondizia. Almeno la cena è stata decente: si stava infatti svolgendo la sagra di paese ed i ristoranti proponevano della carne di maiale cotta tradizionalmente. Sul tardi abbiamo anche innalzato il nostro livello di zuccheri con una crépe farcita con noci e nutella.
Martedì 30 Agosto
Abbiamo attraversato quasi tutta la Grecia, ma è stato davvero bello. La prima tappa è stata Delfi, che è a mio avviso assolutamente imperdibile, pur costando 9 Euro (favoloso anche il museo) ed essendo tutta in pendenza. Anche per arrivarci preparatevi a consumare un bel po' di benzina.
Da lì alle Termopili c'era parecchia strada, con tanto di passo nel mezzo, ma nulla in confronto a quella necessaria per raggiungere poi l'Olimpo. A proposito delle Termopili, l'unica cosa che merita una foto è la statua del grande Leonida, poiché il campo di battaglia non è che una polverosa ed anonima distesa di sterpi. D'altronde, sono passati 2500 anni.
Qui mi concedo due appunti sulle autostrade greche, che tra l'altro a volte si trasformano improssivamente in strade normali per poi tornare autostrade (Euro 2 per ogni "metamorfosi"). Occhio agli ingressi degli autogrill sulla Atene-Thessaloníki, che spesso sono a gomito (90 gradi!); l'uscita è persino peggiore, trattandosi di un rozzo "stop" senza corsia di immissione. Vi sono poi gli autogrill abusivi, situati nelle aree di parcheggio, che in realtà sono dei furgoni-chiosco. I gestori pongono anche dei cartelli manoscritti 1km prima dell'insolita area di sosta.
Giunti finalmente a destinazione nei pressi dell'Olimpo (a Plaka, sulla costa) abbiamo preso posto (Euro 20) allo Zeus Village, dove abbiamo optato per una cena self-made.
Mercoledì 31 Agosto
Il giorno della partenza per la Grecia un amico mi aveva caldamente raccomandato di visitare le Meteore. Essendo stato inizialmente un po' scettico riguardo a cosa potesse offrire la Grecia continentale, mi sembravano in effetti da non perdere. Con il trascorrere dei giorni mi sono poi ricreduto sulla Grecia, che ha veramente molto da offrire sotto tanti punti di vista. Mi era rimasta però una grande curiosità su questi monasteri arroccati sulla sommità di pilastri di roccia. Ma, andiamo con ordine...
La mattina abbiamo visitato piuttosto brevemente la zona del monte Olimpo. Salendo da Litóhoro verso il parco nazionale ci hanno fermato presso una specie di checkpoint e ci hanno regalato una sommaria cartina del parco. Pochi chilometri dopo (strada asfaltata ed in buone condizioni) abbiamo trovato dei validi scorci di panorama per scattare alcune foto, anche se il tempo non era dei migliori. L'Olimpo è un bel monte, anche se il suo fascino è in buona parte dovuto a chi (forse) ci vive sopra. Non lontano dal parco nazionale, in pianura l'antica Díon merita senz'altro una visita: un luogo di culto piuttosto vasto, alcune parti del quale sono piuttosto ben conservate (c'è anche un discreto museo).
Tornando a parlare delle Meteore, esse sono piuttosto distanti dall'Olimpo (circa 200 km), e tutti i monasteri chiudono entro le 17. Come ci è accaduto di consueto in questo viaggio, ci siamo persi in mezzo alle colline della Macedonia, e questa volta non sono riuscito a trattenere un po' di nervosismo, presumibilmente dovuto alla stanchezza accumulata in molti giorni di viaggio, e me la sono dunque presa con la mia navigatrice Sabry. In realtà penso di aver avuto momenti di tensione (se così la si può chiamare) con ogni mio compagno di viaggio del passato, probabilmente è inevitabile. Stare molto tempo con una persona può essere molto appagante ma a volte è una dura prova.
Siamo giunti a destinazione solo alle 15:30, comunque in tempo per visitare 3 monasteri. Il colpo d'occhio offerto dagli alti pinnacoli - a prescindere dal fatto che vi sia o meno un monastero - è sensazionale, e le strade che collegano i vari parcheggi offrono sempre un bel panorama. Abbiamo visitato il monastero della Grande Meteora, il Moní Agíou Nikoláu Anapáfsa ed il Moní Agíou Stefánou; purtroppo non siamo riusciti ad arrivare in tempo al Moní Agías Triádos, dove sono state girate alcune scene del film "agente 007, solo per i tuoi occhi". Tra quelli visti penso che il monastero più meritevole sia quello della Grande Meteora, che è quasi un villaggio e - inutile dirlo - è affollatissimo di turisti. L'ingresso ad ogni monastero costa 2 Euro, ma vale decisamente la pena visitarne almeno un paio, sia per le interessanti parti interne che per le viste dalla sommità del relativo pinnacolo.
Abbiamo pensato di andare a pernottare a Métsovo, un paese sito a circa 1150 metri di quota sulla strada tra le Meteore e Ioánina. La scelta si è rivelata piuttosto azzeccata, poiché c'era un bel fresco (18 gradi, un sollievo rispetto ai 30-35 dei giorni precedenti) che però non è molto piaciuto alla freddolosa Sabrina. Abbiamo speso appena 30 Euro per una camera doppia in un buon hotel, e circa altrettanti per una cena superlativa (cercate il ristorante collocato al secondo piano, sulla sinistra scendendo la via principale del paese). Per la prima volta da quando sono in Grecia ho assaggiato l'Ouzo, "costringendo" anche Sabry a fare lo stesso: mi è sembrato una specie di Sambuca, un po' meno dolciastra e schifosa, con un gusto di anice più marcato; insomma, una sostanza comunque non troppo gradevole.
Giovedì 1 Settembre
Ultimo giorno, viaggio escluso. Ci siamo alzati a tarda ora e, dopo aver acquistato un paio di forme del tipico formaggio di Métsovo, abbiamo proseguito in direzione Ioánina. Poco prima di raggiungere il capoluogo dell'Epiro ci siamo fermati a Pérama per una visita all'interessante grotta carsica (6 Euro, 2 per sudenti): da vedere alcune delle stalattiti!
Da Pérama siamo saliti (è proprio il caso di dirlo: strada lunga, tortuosa e piuttosto dissestata, occhio alle gomme) a Megálo Pápingo, uno dei celebri villaggi di Zagória. Si tratta di borgate in pietra grigia davvero poetiche e da non perdere se avete lo stomaco per raggiungerle (presumibilmente ne esistono anche di meno arroccate di quella che abbiamo visitato noi). C'era anche un "cucciolo" di cavallo con la sua mamma, con cui Sabry ha preteso una foto. Non siamo giunti fino a Mikró Pápingo (2km più in alto), ma siamo comunque saliti fino ad una pozza di torrente indicata dal Lonely Planet, nella quale Sabrina si è concessa un bagno tra i girini.
Ridiscesi a Ioánina abbiamo passeggiato un po' per la città, non facendoci mancare una visita alla deliziosa isola pedonale (Eur 1.30 di traghetto) seguita da una cena sul lungolago. Dopo una birra in un pub in stile inglese siamo direttamente saliti in macchina in direzione Igoumenítsa, dove la mattina dopo ci attendeva la nave per il ritorno in Italia.
Venerdì 2 - Sabato 3 Settembre
Abbiamo dormito un po' in macchina al porto di Igoumenítsa, soluzione non molto confortevole ma ugualmente riposante. Alle 8:00 ci siamo imbarcati sulla solita Lefka Ori, ed il viaggio è trascorso per lo più sul ponte interno tra una partita a carte ed un sonnellino. La nave era piena di tedeschi, un gruppo di ragazzi che già avevamo notato a Delfi mentre ritraevano alcune delle rovine. Nonostante l'affollamento siamo comunque riusciti a ritagliarci un pezzetto di ponte interno dove stendere asciugamano e coperta.
In definitiva questo è stato un viaggio piuttosto diverso dagli altri. Anzitutto penso di aver capito quanto bene voglio alla mia Stellina, poiché nonostante le varie discussioni avvenute soprattutto nella seconda parte del viaggio stiamo ancora assieme. :-) E` stato anche il mio primo viaggio on-the-road in auto, e la differenza tra questo ed uno dei viaggi precedenti è notevole. L'aspetto più lampante è costituito dai tempi morti: viaggiano con i mezzi pubblici essi costituiscono una parte davvero rilevante del viaggio, mentre viaggiando in auto sono pochi. Da un lato ciò è positivo, poiché si riescono a vedere e fare molte più cose; dall'altro si perdono un po' i momenti in cui ci si ferma un attimo a guardare bene anche se apparentemente non c'è nulla da vedere, a parlare con la gente, momenti a volte molto appaganti ma spesso anche noiosi e tristi, di cui comunque si conserva un bel ricordo alla distanza.